XVII
GMG 2002 a
Toronto
18-28 LUGLIO 2002
"Cari
giovani amici, venite a far risuonare nelle grandi arterie di Toronto
l’annuncio gioioso di Cristo che ama tutti gli uomini e porta a compimento
ogni segno di bene, di bellezza e di verità presente nella città umana".
(dal Messaggio del Papa ai giovani)
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CONOSCERE
IL CANADA
UN PAESE FEDERALE
Il
Canada è uno spaccato del Nuovo Mondo.
È il secondo Paese al mondo per superficie, ma vi vivono poco più di trenta
milioni di persone dalle tradizioni culturali più diverse. In spazi immensi
eppure a “dimensione umana”, con grandi concentrazioni urbane e distese
naturali coabitano etnie, lingue, religioni.
È uno stato che vive di pluralismo. Il federalismo canadese ha più di
130 anni di vita e si è evoluto enormemente: i “Padri di Confederazione”
non riconoscereb-bero la loro creatura. All’origine era molto centralizzato,
ma si è dovuto evolvere sotto la spinta dei condizionamenti storici, delle
disparità economiche tra regioni, della rapida crescita demografica, dei
cambiamenti di sensibilità politica interna ed internazionale e della
giurisprudenza ...
Articolare
identità etniche, regionali e cultu-rali nell’unità nazionale non sempre
è stato facile. Ultimamente la provincia del Quebec ha tentato con due
referendum (1980 e 1995) di trovare una sua indipendenza. Non è stato
facile neanche trovare una struttura istituzionale di autogoverno per
i gruppi aborigeni.
PAESE
E CITTÀ MULTIETNICI, MULTICULTURALI, PLURICONFESSIONALI
La
“Nuova Francia” era stata “scoperta” nel 1497, ma è solo nel 1534 che
il re di Francia ne prede possesso. Nel 1763 il Paese passerà sotto il
dominio dell’Inghilterra. Delle popolazioni primitive oggi rimangono gli
Indiani (nel 1991 erano 365.375) e gli Inuit (30.090): e sono l’1,5 per
cento della popolazione. Il Canada è soprattutto frutto di immigrazione:
anglofoni e francofoni sono le due maggiori componenti della società attuale
e il ceppo su cui è costruito il Paese. Il massiccio movimento migra-torio
- protrattosi per qualche secolo, ma accelerato alla fine dell’Ottocento
e continuato per tutto il Novecento - ha visto trasfe-rire in questa parte
del nuovo Mondo “intere popolazioni” e pre-ziosa mano d’opera. Popolazioni
nuove che, superato l’oceano per un miglioramento sociale ed economico,
hanno innescato dina-miche di sviluppo e trasformazioni a livello nazionale
e regionale. I due universi culturali - francofono e anglofono - sono
alla base del multiculturalismo canadese: la loro dualità ha creato non
pochi conflitti culturali e politici. Tra i due gruppi dominanti, a volte
in forte tensione tra loro, hanno dovuto trovare un loro spazio le nuove
immigrazioni, tra cui quella italiana. Ed è sorprendente vedere oggi gli
Italiani, ad esempio, a loro agio in ambedue gli uni-versi culturali.
Il
Canada è un paese multietnico e multiculturale fin nella sua carta costituzionale.
E pluriconfessionale dicono le statistiche.
La
complessità e il pluralismo religioso, etnico e culturale marcano fortemente
questo paese. La coesistenza pacifica è l’opera e il lavoro di ogni giorno.
Non sono mancate nella storia canadese tensioni e conflitti regionali
ed etnici, culturali e religiosi. Far con-vivere interculturale e globalizzazione,
identità e pluralità, unità e diversità resta la sfida quotidiana ed avvincente
del Canada... e dei paesi occidentali nel prossimo futuro. L’equilibrio
raggiunto resta una tappa. L’evoluzione della tecnica, dell’economia,
delle comuni-cazioni rimette spesso in discussione certezze e conquiste.
In questo
Paese si ritroveranno i giovani convocati dal Santo
Padre. Saranno “provocati” dalla situazione complessa e singolare che
troveranno? Riusciranno a “provocarla” con il loro entusiasmo, la loro
fede, la loro esuberanza? Saranno capaci di restare all’a-scolto, senza
nascondersi le difficoltà di un mondo complesso? Saranno capaci di essere
testimoni del Vangelo nel cuore di questo mondo? In questo mondo che diventa
sempre più un paese di mis-sione e che vede le convinzioni cristiane divenire
minoritarie. Come all’Areopago di Atene per Paolo (At 17), questo non
deve impedire di testimoniare la speranza che abita il credente.
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CANADA
in cifre
ABITANTI:
31.281.092.
Densità: 3 ab. per kmq. Popolazione urbana: 77%.
Gruppi etnici: Nativi 1,5%, Originari dalle isole britanniche 40%, Francesi
27%, Altri europei 20%, Altri (prevalentemente asiatici) 11,5%.
Lingue: Inglese (65%) e Francese (23,8), lingue ufficiali. Tra gli Indiani,
gli idiomi athabasca ed algonchino.
Alfabetizzazione: 97%.
Forze di lavoro: agricoltura 3%, industria manifatturiera 16%, ser-vizi
75%.
Principali città: Toronto 4.651.000 ab., Montreal 3.448.000 ab., Vancouver
2.033.000 ab., Ottawa 1.112.000 ab., Edmonton 908.000 ab., Calgary 899.000
ab.
SUPERFICIE 9.976.162 kmq.
Il territorio si estende da est a ovest per circa 5.200 km e dal Polo
Nord fino al confine statunitense.
Ha 58.000 km. di costa, solo per la parte continentale; se si considerano
le isole, comprese quelle dell’Artico dalla Groenlandia all’Alaska, i
chilometri di costa salgono 185.000.
Il clima, in genere temperato, va dal freddo gelido invernale al caldo
intenso dell’estate.
STATO FEDERALE a democrazia parlamentare nell’ambito del Commonwealth.
Costituito nel 1867 e dotato di propria Costituzione dal 25/IV/1982, è
diviso amministrativamente in 10 province e 3 Territori.
Capo dello Stato è il Sovrano del Regno Unito, rappresentato da un Governatore
generale nominato dalla Corona su designazione del Primo Ministro canadese.
Il potere esecutivo è esercitato dal Consiglio dei Ministri, presie-duto
dal Primo Ministro.
La funzione legislativa è affidata al Parlamento che si compone di 2 Camere:
Senato (102 membri nominati a vita dal Governatore generale su proposta
del Primo Ministro) e Camera dei Comuni (295 membri, eletti per 5 anni
a suffragio universale).
Capitale: Ottawa.
Unità monetaria: Dollaro canadese.
Ambasciata canadese in Italia: Via G.B. de Rossi 27, 00161 Roma, tel.
06/445981, fax 44598760.
Siti Web:http://www.canada.it e http://www.statcan.ca 91
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La
politica migratoria del Canada, per non alterare la composizione etnica
iniziale, ha privilegiato le correnti dell’Europa nord occiden-tale, più
affini culturalmente e più facilmente integrabili. La selezione era attenta
e in funzione delle richieste dell’economia interna. Ma le urgenze economiche
e l’evoluzione del quadro politico mon-diale modificarono gli orientamenti.
Solo
dal 1951 al 1961 arrivarono da tutta l’Europa più di un milione e mezzo
di persone. L’Ontario divenne la provincia con la più variegata composizione
etnica. A partire dagli anni Sessanta la politica perseguita fu il “multicultura-lismo”
come simbolo dell’identità nazionale del Paese: questo ridimen-sionò le
misure legali e pratiche che favorivano le culture dominanti Il primo
accordo bilaterale italo-canadese per l’immigrazione dall’Italia risale
all’autunno 1950.
Il
flusso degli emigranti italiani verso il Canada era iniziato molto prima,
alla fine dell’Ottocento. Secondo stime ufficiali canadesi:
• Fino al 1914: 150.000 connazionali arrivarono dall’Italia
• Tra le due guerre il flusso rallentò
• Dal 1947 al 1981: 1.540.000 perone cercarono fortuna nel nuovo paese
• Dal 1991 arrivano ancora dall’Italia 400 persone all’anno ed altrettante
ritornano. Le
principali destinazioni furono le regioni più industrializzate del Canada
centro-orientale: l’Ontario e il Quebec. Non mancarono coloro che si recarono
nella parte occidentale, in British Columbia, soprattutto a Vancouver.
Anche nelle province interne una piccola colonia di connazionali arrivò
per la costruzione della ferrovia. Gli immigrati, all’interno di reti
di parentela e di amicizia, e gli italiani in particolare si dirigevano
verso alcuni mercati di lavoro - aziende agricole, industrie manifatturiere
ed edili, miniere - a causa delle loro scarse qualifiche professionali.
Alle
prime società di mutuo soccorso seguì un tessuto associativo che ancor
oggi resta importante.
Oggi, nella multietnicità canadese, la componente italiana è certa-mente
significativa sia per numero che per l’attiva partecipazione alla vita
del paese. Si calcola che i cittadini italiani in Canada siano attualmente
700.000 e che ammontino a 1.200.000 quanti sono di origine italiana.
A Toronto in particolare sono 150.000 con passaporto italiano e 650.000
gli oriundi o di origine italiana. Nel capoluogo dell’Ontario sono 44
le parrocchie con servizio reli-gioso in italiano e 63 sacerdoti italiani
che le seguono.
A Montreal invece sono 11 le parrocchie nazionali o le missioni ita-liane.
Già nel 1888 troviamo dei francescani che seguono pastoral-mente i connazionali.
Nel 1905 nasce la prima parrocchia italiana di Montreal.
Nel 1945 infatti gli italiani stabilitisi nel Quebec erano 30.000, passano
a 110.000 nel 1961, a 170.000 nel 1971, fino a superare i 200.000 nel
1980: questo fa scrivere al Vicario episcopale “che questa esplosione
demografica mette gli italiani al secondo posto nella diocesi di Montreal,
subito dopo i cattolici di lingua francese”.
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Le
statistiche dicono che nel 1981 i cattolici erano 45,7% della popolazione
(12.498.605), i protestanti 36,2%, gli anglicani 8%, i battisti 2,5%,
i luterani 2,4%, i presbiteriani 2,3%, gli ortodossi 1,4%, gli ebrei 1,2%,
i mussulmani 0,9%, gli induisti 0,6%,...
I
cattolici sono organizzati in 63 diocesi di rito latino e 8 di rito orientale.
La Conferenza Episcopale Canadese è stata fondata nel 1943 ed è stata
ufficialmente riconosciuta dalla Santa Sede nel 1948. Il Segretariato
nazionale bilingue ha sede a Ottawa.
La Conferenza si suddivide in quattro assemblee episcopali regio-nali:
Atlantico, Quebec, Ontario, Ovest.
La
città della GMG 2002, Toronto, è una diocesi di 5.110.000 abi-tanti con
1.761.672 cattolici. Vi lavorano 379 sacerdoti, 518 sacerdoti religiosi,
106 diaconi, 96 religiosi laici e 904 religiose. E’ orga-nizzata in 218
parrocchie, ha 510 scuole e 49 ospedali cattolici. Ha come pastore il
Cardinale Aloysius M. Ambrozic (nato in Slovenia ed emigrato a Toronto
con la sua famiglia all’età di 18 anni), che è coadiuvato da quattro vescovi
ausiliari, tra cui uno ita-liano, Mons. Nicola De Angelis.
La
Chiesa cattolica vive accanto ad altre chiese cristiane: esse si riuniscono
in seno al Consiglio canadese delle Chiese. Vi partecipano 19 chiese e
altri gruppi ecumenici. Lavorano insieme nei campi dell’educazione, della
comunicazione, della teologia, del dialogo inter-religioso, dello sviluppo
internazionale, delle missioni, della giu-stizia, della pace e dell’ecologia.
Siti Web: www.cam.org/ ~ cccb/français.cgi www.cam.org/ ~ cccb/english.cgi
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ANTEPRIMA
DELLA GMG '02
UN
GRANDE LABORATORIO
"La
Gmg di Toronto non sarà una competizione con la Giornata di Tor Vergata
del 2000". È quanto ha dichiarato
il 24 marzo, domenica delle Palme - giorno in cui si celebra la Gmg a
livello diocesano -, padre Thomas Rosica, direttore generale del comitato
canadese per la Gmg, alla delegazione italiana, volata a Toronto venerdì
22 marzo per un "pellegrinaggio previo", che si concluderà il 2 aprile,
sui luoghi della prossima Gmg (18-28 luglio 2002). Alla delegazione, composta
da 20 giovani italiani, cui si sono aggiunti i ragazzi dell'Argentina,
Cile, Cuba, Polonia, Germania e Francia che stanno lavorando per l'organizzazione
della Giornata, da don Paolo Giulietti, direttore del Servizio nazionale
per la pastorale giovanile, e da una decina di giornalisti delle testate
cattoliche (compreso il Sir), padre Rosica ha ricordato che "il punto
di riferimento per la Gmg di Toronto è la Giornata di Parigi". Infatti,
ha affermato, "in Canada non esiste una pastorale giovanile nazionale,
sarà l'occasione per farla nascere. Non vogliamo che l'evento sia solo
per qualche ragazzo ricco che può venire. Sentiamo l'obbligo di dover
offrire questo progetto al mondo: diventerà un grande laboratorio di fede,
pace e giustizia". Di seguito un diario del "pellegrinaggio previo".
Un
ex aeroporto militare per i 400 mila della Gmg 2002.
È un ex aeroporto militare, dismesso 10 anni fa, l'enorme aerea di 260
ettari che accoglierà la veglia e la Messa del Papa per la XVII Giornata
Mondiale della Gioventù che si terrà a Toronto, in Canada, dal 18 al 28
luglio. "Downsview Park" - questo il nome della zona - può accogliere
fino a 2 milioni di persone, anche se le attese degli organizzatori, per
gli alti costi del viaggio e per "l'effetto 11 settembre", stimano una
presenza di 400 mila giovani. Finora le iscrizioni hanno raggiunto quota
135 mila da 144 Paesi, soprattutto dall'Algeria, dal Medio Oriente, dall'America
Latina e dagli Stati Uniti. Da qui verranno oltre 38 mila giovani, quasi
a sdrammatizzare le paure del terrorismo. Molto attesi sono soprattutto
i giovani di Cuba, Argentina e Perù, per le difficili situazioni vissute
in questi Paesi, e del Medio Oriente, ma anche gli indiani nativi del
Canada: saranno rappresentate, tra le altre, le tribù degli inuit, ojibway,
irochesi, che dovranno essere aiutati dal fondo di solidarietà per gli
alti costi del viaggio.
Curiosità
dal Canada. 10 mila sono i giovani che già hanno dato la loro disponibilità
come volontari e 255 mila le famiglie che, oltre le scuole, ospiteranno
i giovani pellegrini I luoghi della Gmg saranno: l'Exhibition Place, una
grande aerea fieristica che accoglierà la cerimonia di apertura e le catechesi;
e l'University Avenue, una delle strade principali di Toronto dove si
snoderà la Via Crucis; e il Coronation Park per le confessioni. Riguardo
la copertura mediatica, da 10 giorni sono state aperte le richieste di
accredito stampa e già 150 giornalisti si sono iscritti. Una curiosità:
alla Gmg di Toronto, per motivi organizzativi e assicurativi, potranno
accedere giovani dai 16 ai 35 anni, chi supererà questa soglia sarà considerato
responsabile di gruppo, i più giovani… potranno venire solo se accompagnati
dai genitori.
Il
cammino della Croce. 543 Km a piedi, da Montreal a Toronto, da percorrere
in un mese e mezzo portando in spalla la Croce delle Giornate Mondiali
della Gioventù e camminando insieme alle popolazioni locali che si incontreranno
durante il cammino: questa la grande impresa che compirà un gruppo di
una cinquantina di giovani dal 28 aprile al 9 giugno prossimo, che rientra
nell'ambito del pellegrinaggio della Croce attraverso le diocesi del Canada,
iniziata nell'aprile del 2001 e che si concluderà il 18 luglio prossimo
con l'apertura della Gmg di Toronto. La Croce ha già percorso 20 mila
Km, toccando 200 località canadesi, viaggiando per nave e aereo, in camion
e in spalla, incontrando grande partecipazione e attenzione della gente
del posto. È stata anche nei luoghi dove i giovani di solito non incontrano
Dio, per far sentire la sua presenza: carceri, centri commerciali, night
clubs, zone degradate. Il 24 e il 25 febbraio scorso è stata portata anche
a Ground Zero, a New York, dove i giovani hanno recitato una commossa
preghiera per le vittime degli attentati dell'11 settembre.
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I
VOLTI DEI GIOVANI
Gli
italocanadesi.
Gli italiani hanno incontrato a Toronto (città multietnica per eccellenza,
la più diversificata del mondo, visto che i suoi 2 milioni e mezzo di
abitanti sono originari di 146 Paesi e sono di tutte le religioni), un
gruppo di italocanadesi. Gli italiani nella regione dell'Ontario sono
infatti 800 mila, di cui un decimo ha la doppia cittadinanza. Arrivati
negli anni '50 e ormai alla terza generazione, sono oggi ben inseriti
nella società a tutti i livelli. Gli italiani hanno conservato qui i loro
riti e tradizioni religiose, ma scarsa è la presenza dei giovani nelle
parrocchie. Padre Amedeo Nardone, francescano, parrocco dell'Immacolata
Concezione da 25 anni, auspica che dalla Gmg i giovani traggano motivazioni
per l'impegno parrocchiale, soprattutto per promuovere i valori sociali
del Vangelo, visto che a Toronto i poveri non mancano (106% dei bambini
è sotto la soglia della povertà) e il volontariato giovanile non è ancora
molto diffuso. "Qui si è più propensi a dare l'offerta in denaro che tempo
per i poveri - racconta. È una società molto orientata sul lavoro e i
giovani risentono un po' della mentalità americana". In vista della Gmg
in parrocchia è, però, sorto da pochi mesi un gruppetto di una quindicina
di giovani, con buoni propositi di impegno per il futuro.
Una
Gmg per… Rocco Coluccio, italocanadese di 29 anni, insegnante elementare,
descrive i suoi coetani come molto aperti al nuovo e alle diversità e
sente molto la sua responsabilità di dover trasmettere valori ai bambini
canadesi: "Qui la competizione inizia dalla scuola - spiega - e i bambini
cercano soprattutto le cose materiali. Mancano un po' gli aspetti spirituali
e l'attenzione ai rapporti umani". Per questo si augura che la Gmg serva
ad incoraggiare i giovani "a non pensare solo allo studio e al lavoro,
ma ad aprire gli occhi alla vita che è intorno a noi". Anche Giulia, italocanadese
di 22 anni, ammette che "noi giovani siamo un pò timidi, abbiamo paura
di far vedere la nostra fede. E poi per noi la Gmg è una novità, ancora
non sappiamo cosa aspettarci".
A
SCUOLA DI SOLIDARIETA'
La
famiglia Di Santo sarà una delle 250 mila famiglie di Toronto che ospiteranno
i giovani della Gmg nelle giornate di luglio. Di origine calabrese lei,
abruzzese lui, Maria e Odoardo, hanno due figli di 18 e 16 anni, che rappresentano
ormai la terza generazione degli 800 mila italocanadesi della regione
dell'Ontario. La mamma di Maria, Vittoria, 73 anni, è sbarcata nel porto
di Halifax per ricongiungersi al marito emigrato un anno prima, con la
prima bimba di due anni in braccio e dopo un faticoso viaggio di 10 giorni
sull'Atlantico a bordo delle navi che 50 anni fa promettevano speranze
alla povera Italia del dopoguerra. Speranze non troppo diverse da quelle
che oggi approdano sulle coste della Calabria e della Sicilia. "Dispiace
molto vedere che oggi gli italiani trattano gli immigrati peggio di come
siamo stati trattati noi negli anni '50", osserva Maria, 46 anni, consigliera
comunale al Municipio di Toronto. Il marito Odoardo, 67 anni, ha lasciato
la professione di giornalista in Italia per difendere in Canada la causa
degli immigrati italiani. "Sono venuto a Toronto per un viaggio di lavoro
nel '67 - racconta Odoardo. Quando ho scoperto, facendo inchieste, che
i bambini italiani venivano obbligati a frequentare solo le scuole professionali,
le donne erano sfruttate e sottopagate nelle industrie di abbigliamento
e gli uomini morivano di morti bianche nell'edilizia, ho deciso di rimanere
in Canada". Dalla denuncia sociale alla politica il passo è stato breve.
Odoardo, oggi in pensione, è stato il primo deputato italiano eletto nell'Ontario,
e il suo impegno di una vita è stato tutto dedicato alla comunità italocanadese.
Tra le varie iniziative, è sua l'idea di un complesso residenziale con
mini appartamenti per anziani, poveri e soli, con annesso centro sociale.
Le battaglie di oggi dei coniugi Di Santo riguardano la difesa delle fasce
più deboli della società, dai senza tetto che muoiono in strada per il
freddo agli ultimi arrivati dall'Asia o dall'Africa, che si trovano nel
gradino più basso della scala sociale nonostante i servizi sociali canadesi
assicurino agli immigrati permessi regolari e garanzie sociali. Del resto
la città di Toronto, con le sue 146 comunità etniche rappresentate, deve
tener fede al suo slogan: "La diversità è la nostra forza", e ai valori
sociali su cui è fondata: "equità, rispetto, armonia e prosperità". (P.
Caiffa/Sir)
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